Siamo sotto attacco? L’Italia e il cyber-assedio

L’attacco informatico a Westpole, avvenuto l’8 Dicembre, ha messo in luce vulnerabilità critiche nelle infrastrutture digitali della pubblica amministrazione.

Ipotesi sulla Tipologia di Attacco

Dalle informazioni disponibili, possiamo ipotizzare che l’attacco a Westpole sia stato un Ransomware. Questi attacchi criptano i file della vittima, rendendoli inaccessibili, e richiedono un riscatto per il loro sblocco. La scelta di criptare piuttosto che sottrarre dati suggerisce un intento primariamente estorsivo anziché spionistico​.

L’Importanza della Risposta Tempestiva

La comunicazione iniziale di Westpole è stata limitata, con il sito dell’azienda che annunciava lavori di manutenzione per quattro giorni e un centralino telefonico irraggiungibile. Solo successivamente è stata confermata la natura dell’incidente di sicurezza​. in scenari del genere, una comunicazione tempestiva e trasparente è cruciale per gestire l’incidente e mantenere la fiducia degli utenti.

Misure di Sicurezza e Resilienza

Questo incidente sottolinea l’importanza della resilienza e della preparazione. Per fronteggiare attacchi di questa portata, è fondamentale implementare misure di sicurezza multilivello, come la segmentazione della rete, backup regolari e piani di disaster recovery. La capacità di un’organizzazione di continuare a operare in seguito a un attacco informatico è una componente chiave della resilienza aziendale​.

Siamo messi…male

Il mondo della cybersecurity non parla italiano e questo è un problema con il quale il nostro Paese fa i conti da parecchio tempo. Tutte le aziende e istituzioni italiane sembra che non abbiano ancora imparato nel modo più duro che devono difendersi dai criminali, ma ancora poche sanno che anche i governi “amici” tendono a mettere le loro orecchie un po’ troppo vicine a dati che dovrebbero restare riservati. E se questo ha una importanza “relativa” per la maggior parte del tessuto economico del Paese, le cose cambiano se pensiamo a ministeri, enti, agenzie governative e aziende di importanza strategica.

E le Aziende Italiane?

A causa del contesto geopolitico, il 92% delle aziende riscontra impatti, positivi o negativi, sul tema: da un maggiore interesse alla sicurezza da parte del management fino alla necessità di riorganizzazione delle attività di gestione del rischio cyber.

A raccontarlo è una ricerca dell’Osservatorio Cybersecurity & data protection della School of management del Politecnico di Milano, che mette a fuoco il perimetro della questione: nel 2022 il mercato italiano della cybersecurity ha raggiunto il valore di 1,86 miliardi di euro, segnando un +18% rispetto al 2021 – soprattutto grazie alle medie imprese, che iniziano a introdurre azioni concrete –, un risultato che comunque colloca il nostro Paese all’ultimo posto tra quelli del G7 nel rapporto tra spesa in cybersecurity e Pil, con lo 0,10%, dove Stati Uniti e Regno Unito arrivano allo 0,31%.

In ogni caso, in Italia il 61% delle organizzazioni sopra i 250 addetti ha deciso di aumentare il budget per le attività di sicurezza informatica negli ultimi 12 mesi. Suddividendo il mercato nelle diverse componenti di spesa, il 50% è dedicato a servizi, e l’altra metà a soluzioni di cybersecurity, tra cui Endpoint and extended detection and response, Vulnerability management e Penetration testing.

Conclusioni e Riflessioni

Gli attacchi ransomware come quello ipotizzato contro Westpole evidenziano la necessità di un approccio olistico alla sicurezza informatica, che includa non solo tecnologia avanzata ma anche formazione del personale e protocolli di risposta agli incidenti. La lezione da trarre da questi eventi è chiara: la sicurezza informatica deve essere una priorità costante per tutte le organizzazioni, soprattutto quelle che gestiscono dati e servizi critici.

 

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