Marchio “Bassa d’Oro” e casello, tutti in trincea per difendere l’identità

Guidesi sul cambio del nome: “La nostra richiesta è logica e legittimaPasserini: “Si renda giustizia a un territorio che ha la sua dignità

E’ evidente il rammarico, tra gli amministratori della Bassa, per la notizia che il cambio di nome del casello dell’A1 di Guardamiglio – da “Piacenza Nord” a “Basso Lodigiano” – si profila come un percorso in salita. Una doccia fredda che arriva proprio mentre nasce il brand “Bassa d’oro”, promosso dalla società informatica di Codogno “N3 – Hack for business”, finalizzato a valorizzare il territorio attraverso aziende di eccellenza. L’area avrebbe dovuto essere identificata proprio dal nuovo nome del casello autostradale dell’A1 in “ Basso Lodigiano”, come annunciato prima di Natale da Guido Guidesi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Come emerso in seguito a un’interrogazione del parlamentare piacentino Tommaso Foti e di alcuni suoi colleghi di Fratelli d’Italia, il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti avvierà un confronto con gli enti coinvolti e il nome attuale , “Piacenza Nord”, potrebbe restare, affiancato dalla dicitura “Basso Lodigiano”. 

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Il cambio di nome rientrava in un’azione volta ad affermare l’identità della Bassa, che per amministratori e società N3, “è un territorio che, con “Bassa d’oro” si propone, compatto, sul mercato”. La società, attraverso l’informatica e le nuove tecnologie, si è prefissata di illustrare la storia e la qualità del settore agroalimentare locale.

Francesco Passerini, presidente della Provincia di Lodi e sindaco di Codogno, commenta positivamente l’iniziativa del brand: “Conosco i ragazzi di N3, sono stato da loro quando ho iniziato ad affrontare la questione della promozione del marketing territoriale. E’ stato lì anche il sottosegretario Guidesi. Ci siamo trovati subito d’accordo nel convogliare “ragionamenti” sulla Bassa che si fanno da decenni e anche sui nostri obiettivi per la fiera appena trascorsa, come la promozione del latte locale, di un logo locale e della valorizzazione del territorio. Vantiamo eccellenze uniche, benché la nostra sia una provincia “giovane”, di 25 anni, che ancora fatica a fare conoscere le proprie caratteristiche abbiamo tanto lavoro da fare”. Sul nome del casello precisa: “Il discorso di ribattezzarlo “Basso Lodigiano” non è nato all’ultima fiera di Caselle Landi, dove il sindaco Luigi Bianchi l’ha giustamente rilanciato, ma se ne parla da decenni. Si deve superare la frammentazione dei piccoli comuni e lavorare uniti per questa valorizzazione identitaria, una rinascita di qualcosa che c’è già ed esiste. Abbiamo diritto di essere identificati, spero quindi che la proposta di Guidesi passi. A me sembra di buon senso: non toglie niente a nessuno, è solo logica, si rende giustizia a un territorio che esiste ed ha la sua dignità. Non per niente ha ottenuto il consenso unanime dei sindaci. Ci sono ottimi rapporti col Piacentino, non c’è nessun “affronto”. Nei mesi scorsi sono stati abbozzati anche discorsi di collaborazione e promozione turistica della Valle del Po”.

Il sottosegretario Guidesi osserva: “É bello vedere un’impresa innovativa, composta da giovani che, con il brand Bassa D’Oro, punta sul territorio dove risiede e sulla sua valorizzazione. Un esempio da imitare”. E per il casello sottolinea: “Ho supportato la richiesta dei sindaci e intendo continuare a farlo perché legittima, per non dire logica, in quanto il casello si trova in Lombardia”. Guidesi ricorda che per la modifica del nome in “Basso Lodigiano” “é stato espresso un parere tecnico positivo da parte del comitato Toponomastico Autostradale”. E conclude: “Non si tratta di una questione campanilistica, ma di trovare una soluzione nel rispetto delle richieste legittime di un territorio che ha una storia, un’anima e un’identità molto forte e contraddistinta”. 

Pronti a dare battaglia

I sindaci: “Il campanilismo non c’entra, vogliamo valorizzare tipicità e aziende”

Per il nome del casello autostradale gli amministratori salgono sulle barricate e ribadiscono la loro scelta “identitaria”. Una volontà che va di pari passo con il loro sostegno al brand “Bassa d’Oro”.

Il sindaco di San Fiorano, Mario Ghidelli, è durissimo: “Il casello si trova nel territorio lombardo, non piacentino. Mantenere “Piacenza Nord” non è corretto e spero che tutti i miei colleghi sindaci protestino. Sarebbe un affronto alla Regione e uno schiaffo alle imprese del territorio”. Per il marketing territoriale, intanto, è d’accordo con l’idea di valorizzare i prodotti tipici con un brand, ma lancia anche un’altra proposta: “Si valorizzino monumenti e opere di pregio artistico”.

Elia Bergamaschi, sindaco di Guardamiglio, aggiunge: “Ero stato tra i primi a fare pressione per cambiare il nome del casello, abbiamo un territorio in cui si producono eccezionalità, dal manifatturiero alla cucina. Valorizziamo l’identità del Basso Lodigiano, giusto promuovere il brand. Non capisco l’iniziativa dei deputati che chiedono che venga mantenuto “Piacenza Nord”, persone che non hanno mai avuto interessi per il Lodigiano e mai hanno dedicato tempo per i problemi lodigiani. Dovrebbero rispettare le legittime richieste di un territorio che, negli anni, ha sempre convissuto con vari problemi, come quelli delle arginature del Po, e li ha risolti. Noi sindaci continueremo a sottolinearlo, come faranno la Provincia di Lodi e l’on. Guidesi, che si è fatto portavoce di questa legittima richiesta“. 

Daniele Saltarelli, sindaco di Castelgerundo, osserva: “Per il nome del casello l’importante è che si aggiunga una chiara indicazione “lodigiana”. Oggi non c’è alcun riferimento. Siamo terra di confine e la stessa Piacenza, a livello economico e occupazionale, gravita sulla Lombardia. Intanto il Lodigiano, area attrattiva per la logistica, può e deve valorizzare le proprie caratteristiche e la sua identità. Nel nostro piccolo, amministratori e ristoratori, promuoviamo il territorio con Radici, associazione che propone la rassegna Un Po della Bassa”. 

Patrizia Baffi di Codogno, consigliera regionale del Partito democratico, parla del “brand”: “Area metropolitana e Basso Lodigiano sono così vicine eppure così lontane, giusto potenziare l’identità locale. Il Lodigiano è ormai da qualche anno nel pieno di un difficile percorso che lo vede, per certi versi, ormai affiliato all’area metropolitana, indiscutibile e necessario volano economico, ma con la grande esigenza di caratterizzarsi e valorizzarsi per mantenere un patrimonio culturale ed economico fondamentale per la sua sopravvivenza. Dobbiamo partire dai nostri prodotti e aziende, mettendole in sinergia tra loro e rivendicare la ricchezza, il valore e la fertilità economica del Lodigiano. Un brand che funga da collante tra aziende e identifichi il territorio con qualità e specificità non è futile campanilismo, ma una esigenza economica imprescindibile“.

Matteo Delfini, primo cittadino di San Rocco, evidenzia: “Il concetto di identità del nostro territorio rimarcato dal marchio Bassa d’oro ha specificità e caratteristiche che bisogna riconoscere. Quindi l’iniziativa mi trova completamente d’accordo”. Quanto al cartello auspica che il Governo «si decida: o un nome o l’altro, altrimenti si crea solo confusione”. 

Il collega di Casale Gianfranco Concordati, invece, osserva: “Sono contento dell’iniziativa del brand e sostengo l’ipotizzato cambiamento del nome del casello, anche se dovesse avvenire mantenendo la doppia denominazione. Meglio evitare “guerre di religione”: in 7 ore si vola a New York, si parla di globalizzazione e accanirsi contro cose del genere mi pare eccessivo. All’autogrill di Somaglia ci sono prodotti tipici della provincia di Piacenza e sono soddisfatto che ora potremo affiancarvi quelli lodigiani e promuoverli, come meritano, a 360 gradi”. 

I promotori del brand che punta a far conoscere la bontà

“Non siamo una costola di Piacenza, ma terra di eccellenze agroalimentari”

Per lanciare il brand “Bassa d’oro”, la società “N3 – Hack for business” di Codogno, attiva nel campo informatico da dieci anni con i soci Danilo Pezzi, Giosuè Cremonesi, Andrea Novati e Manuele Suzzani, promuove il territorio attraverso aziende di eccellenza.

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Ecco alcuni esempi: il caseificio Angelo Croce di Casalpusterlengo (con gorgonzola dolce il Panna Verde e gorgonzola piccante il Malghese richiesti ormai da oltre Oceano), il caseificio Zucchelli di Orio Litta (re del Grana Padano), la macelleria Marco Mola di Bertonico (dove l’Hamburgher lodigiano, scritto così per distinguerlo, è un marchio di garanzia, bontà e affidabilità della Bassa), la pasticceria Fratelli Cornali di Codogno (perché la Bassa non rinuncia al dolce, come la celebre Cotognata, simbolo della città di Codogno) e il birrificio artigianale Brewfist di Codogno. Si lavora con la collaborazione del ristorante Bollicine di San Fiorano, di Rudy Tagliafierro.

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Il motto è: “Chi ama la propria terra, la celebra. Punto. Non si lamenta, non si rassegna. Nella Bassa d’Oro non c’è il mare, non c’è la montagna. C’è solo tutto il resto. La Bassa non è la periferia di Milano. La Bassa non è la costola di Piacenza. La Bassa non è rimasta incastrata fra le province di Cremona e Pavia. La Bassa non è una terra ferita da ferrovie e caselli autostradali“, insistono i soci. E proseguono: “La Bassa è una terra che produce eccellenze agroalimentari, collegata a quattro Province, sede di due caselli autostradali strategici e dalla linea ferroviaria Piacenza-Milano e Cremona- Mantova e Codogno-Pavia. Dunque, una terra dalle mille potenzialità che “N3” con il brand “Bassa d’Oro” è pronta a promuovere con gli strumenti di cui è capace”. 

di Paola Roberta Arensi – tratto da Libertà di Piacenza 

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